ESERCIZIO B.1 a) gli autovalori della matrice dei coefficienti sono
. La matrice della nuova base
con per colonne un autovettore di autovalore , la parte immaginaria e la parte reale di un autovettore di autovalore (in questo ordine), definisce la matrice del cambiamento di coordinate
per cui la matrice che esprime il flusso integrale è:
b) Le condizioni iniziali che hanno l'origine come -limite sono quelle nello spazio vettoriale reale generato dai due autospazi degli autovalori complessi, che hanno parte reale negativa; in pratica, quelli con prima componente 0, cioè quelli combinazione lineare di e di . Le condizioni iniziali che hanno l'origine come -limite sono quelle nell'autospazio dell'autovalore reale positivo, cioè i multipli di .
ESERCIZIO B.2 Si noti che l'integrale dell'energia è:
con la costante scelta per avere .
Figura C.10:
b) Energia potenziale e curve di livello dell'energia.
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a,b) I punti di equlibrio sono con linearizzato di tipo centro (con autovalori ), che è stabile perché corrisponde ad un minimo dell'energia potenziale, e di tipo sella (linearizzato con autovalori ), che è instabile come ogni sella nonlineare (per il teorema di esistenza delle curve eccezionali). Qualitativamente, le separatrici formano un fiocco che si incrocia nel punto e si richiude a sinistra del punto .
c) Usare l'insieme invariante
(componente connessa per ) per mostrare che la soluzione è periodica, quindi coincide con il suo -limite e anche con il suo -limite.
Figura C.11:
e) Le separatrici nel caso con dissipazione.
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d,e) I punti di equilibrio sono gli stessi, con che è diventato un pozzo (linearizzato di tipo fuoco, autovalori complessi con parte reale ), mentre resta una sella nonlineare, gli autospazi ruotati in verso antiorario rispetto al caso con . Qualitativamente la separatrice stabile racchiude il bacino di attrazione di , indicato con A, la separatrice instabile ha un lato che appartiene al bacino di e uno che va all'infinito, come tutte le orbite contenute nell'insieme indicato con B.
f) La funzione è funzione di Lyapounov per il punto di equlibrio , perciò basta provare che la regione positivamente invariante
non contiene nessun altro punto critico (infatti
), mentre al di fuori dei punti critici la funzione di Lyapounov decresce strettamente su ogni orbita. Quindi la regione invariante, ivi compreso il punto , appartiene al bacino di attrazione di .
g) La separatrice stabile, che fa da bordo al bacino di attrazione, parte da verso le positive con tangente parallela all'autospazio del linearizzato che ha direzione
, cioè verso l'alto a sinistra, e poi piega verso il basso, quindi passa a sinistra del punto . Quindi appartiene all'insieme B della figura C.11; l'orbita con quelle condizioni iniziali non può avere per -limite nessun punto singolare, e nessuna orbita periodica perché non ce ne sono (cosa farebbe la funzione su di un orbita periodica?), quindi deve per forza uscire da ogni compatto. Per mostrare che ha proprio limite infinito si può usare il fatto che la tangente ha un limite definito, che è orizzontale.
ESERCIZIO B.3 a) L'equazione alle differenze finite del secondo ordine è:
che si trasforma nel sistema dinamico discreto:
b) Se
allora . Perciò l'equazione si riduce a
quindi ci sono tre punti fissi esattamente dove il sistema dinamico continuo ha i suoi tre punti di equilibrio.
c) La Jacobiana
ha determinante e traccia
.
La linearizzazione in ha traccia
, e quindi il polinomio caratteristico
è tale che
è compreso tra 0 e 1 (almeno per ) e , per cui ha una radice reale tra e e un altra maggiore di .
d) In
la linearizzazione ha traccia
e quindi il polinomio caratteristico è tale che
e , perciò ha o due autovalori reali tra e oppure due autovalori complessi di modulo
. Perciò i due punti fissi
sono dei pozzi nonlineari.
ESERCIZIO B.4 a) La parametrizzazione
porta all'energia cinetica e all'energia potenziale
Quindi e l'equazione di Lagrange è
b) La trasformazione di Legendre
porta alla hamiltoniana
e le equazioni di Hamilton sono
c) I punti di equilibrio sono per
(modulo ), e se esiste una soluzione diversa di
, cioè per
, anche
. La matrice jacobiana
ha sempre traccia nulla, e determinante
. In
il determinante è
e si ha un punto stabile (per il teorema di stabilità del minimo) se
, un punto di sella nonlineare per
.
Per
il determinante del linearizzato è
e quindi c'è sempre una sella nonlineare. Nel caso
i due punti
il determinante è
e ci sono due punti stabili.
Figura C.12:
d) Curve di livello della funzione di Hamilton.
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e) mentre dove sono le parti di omogenee in di grado 2 e 0 rispettivamente; quindi . Poiché
ESERCIZIO B.5 a,b) L'equazione caratteristica della matrice del sistema dinamico è
e quindi c'è il solo autovalore , la matrice non è diagonalizzabile. Gli autovettori sono soltanto i vettori con componenti uguali, per esempio il versore
. Per mettere la parte nilpotente in forma semplice basta prendere un vettore che non sia multiplo di , , e calcolare l'effetto su di esso della parte nilpotente di :
Il valore dipende dalla scelta fatta per , per esempio se si sceglie
si trova e quindi il cambiamento di coordinate definito dalla nuova base
la cui esponenziale di matrice è semplice:
da cui si calcola l'esponenziale della matrice :
da cui segue l'espressione della soluzione con condizioni iniziali :
che tendono tutte a per .
ESERCIZIO B.6 a) L'equazione alle differenze finite del secondo ordine è:
che si trasforma nel sistema dinamico discreto:
b) I punti fissi sono definiti dalle equazioni
, da cui per definizione di . Allora
da cui i punti fissi
coincidono con i punti di equilibrio del sistema dinamico continuo di partenza.
c) La matrice jacobiana
ha determinante e traccia , quindi il discriminante dell'equazione caratteristica è
In
e ci sono due radici reali distinte, positive, una maggiore ed una minore di , quindi un punto fisso iperbolico.
d) Per il discriminante è
che è negativo per
; poichè il determinante è , per tali valori di si hanno due autovalori complessi coniugati di modulo e il punto fisso è ellittico.
ESERCIZIO B.7 a) Le coordinate degli estremi dell'asta sono:
e quindi quelle del punto materiale:
b) L'energia cinetica e potenziale sono
c) La lagrangiana
e il momento, cioè l'inversa della trasformazione di Legendre:
da cui la hamiltoniana
e le equazioni di Hamilton:
d) I punti di equilibrio si ottengono ponendo , e quindi , e poi imponendo ma con la seconda equazione di Hamilton semplificata tenendo conto di :
da cui i punti di equilibrio sono per cioè
. Calcoliamo le derivate seconde di tenendo conto di ; ne segue che le derivate seconde miste sono nulle, mentre la derivata seconda rispetto a è sempre positiva (condizione di convessità). Resta da vedere il segno di
che è maggiore di zero in
che quindi è un minimo di , e perciò è stabile, non asintoticamente stabile (usando come funzione di Lyapounov). Invece in ha un determinante hessiano negativo, e quindi è una sella. Si può verificare che il linearizzato delle equazioni di Hamilton ha autovalori di segno discorde, e quindi si tratta di una sella nonlineare, instabile perché da essa esce una separatrice instabile.
Figura C.13:
Curve di livello della funzione di Hamilton, per . Si noti che le coordinate sono (per rendere più facile il confronto con la figura sotto).
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e) Per il coefficiente di in è una costante, e quindi le curve di livello sono le stesse di un pendolo ordinario. Per valori di significativamente diversi da le curve di livello sono molto diverse nel caso della funzione di Hamilton nel piano (Figura C.13) e della funzione energia nel piano
(Figura C.14).
Figura C.14:
Curve di livello della funzione energia, per .
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f) Il valore della hamiltoniana in
è
, mentre il valore alla sella è
. Perciò la differenza di energia tra il punto di equilibrio stabile e le separatrici è
. Per avere un'orbita che stia al di fuori (o sopra, o sotto) delle separatrici delle selle occorre un'energia cinetica
, da cui
Andrea Milani
2009-06-01