Sommario Un sistema dinamico esprime la variabilità di uno stato nel tempo. Lo stato è rappresentato da un punto in uno spazio vettoriale di dimensione n (o più in generale in una varietà differenziabile di dimensione n). Il tempo può essere rappresentato come continuo, , oppure discreto, . Il sistema dinamico è la legge che esprime la variazione nel tempo, mentre la sua soluzione è l'insieme delle orbite, in funzione delle condizioni iniziali.
Definizione:
dove F è un campo vettoriale, cioè con F una funzione differenziabile (di classe almeno).
Un'orbita di un sistema dinamico continuo è una funzione della variabile continua a valori in W:
che soddisfa identicamente, per ogni , all'equazione differenziale, cioè se si sostituisce:
Definizione:
con f una mappa, cioè una funzione differenziabile con inversa differenziabile (di classe almeno).
Una orbita di un sistema dinamico discreto è una funzione della variabile discreta a valori in W:
che soddisfa, per ogni :
Il sistema dinamico è definito dalla legge che governa il cambiamento, cioè dal campo vettoriale F o dalla mappa f, non dalle orbite, anche se ovviamente date tutte le orbite si può ricostruire il sistema dinamico; viceversa non è in generale facile trovare tutte le orbite di un sistema dinamico dato.
Interpretare la variabile indipendente t di un sistema dinamico continuo come tempo è abbastanza naturale, ma non è obbligatoria. Anche l'indice k della successione che risolve un sistema dinamico discreto può indicare un tempo, sia inteso come approssimazione di un tempo continuo, sia perché lo stato ha senso solo a intervalli discreti di tempo (per esempio ogni giorno lavorativo nel caso di variabili economiche).
Si usa la parola soluzione per indicare una curva X(t) che soddisfa all'equazione di un sistema dinamico continuo solo per valori di t in un intervallo (aperto). Non è detto a priori che un sistema dinamico continuo abbia soluzioni definite per ogni (per ogni nel caso discreto), che quindi costituiscano delle orbite; una soluzione X(t) (oppure ) potrebbe uscire da W, o andare all'infinito, per t finito (oppure k finito). Le condizioni per cui ogni punto di W appartiene ad un'orbita nel caso continuo saranno discusse nell'appendice A. Nel caso discreto, se si fa l'ipotesi che l'applicazione f sia iniettiva e surgettiva su W, cioè sia un diffeomorfismo di W, allora per ogni esiste un'orbita definita da:
Al contrario nelle ipotesi qui fatte ogni sistema dinamico è tale che, per ogni condizione iniziale , l'orbita tale che è unica. Questo è ovvio nel caso discreto, è invece un risultato significativo nel caso continuo, che sarà dimostrato nell'appendice A.
Per ora limitiamoci a considerare il caso in cui W è un aperto di , altrimenti la definizione di differenziabilità per le funzioni F,f richiederebbe di essere precisata. Per esempio se W è una varietà differenziabile di dimensione s<n immersa in , la definizione di sistema dinamico discreto non cambia e richiede solo di conoscere la definizione di funzione differenziabile da una varietà ad un'altra (vedi sezione B.2); nel caso continuo, F deve essere a valori nel fibrato tangente a W.