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B.2 CALCOLO IN PIÙ VARIABILI

 

Calcolo differenziale in più variabili

Una funzione è differenziabile   se è approssimabile nell'intorno di ogni punto con una funzione lineare, con resto di ordine di infinitesimo superiore al primo nella distanza dal punto. Il differenziale è l'applicazione lineare approssimante, che è espressa (nelle basi canoniche degli spazi di partenza e di arrivo) da una matrice detta matrice jacobiana. Una funzione tex2html_wrap_inline34382 è sempre differenziabile. La composta di due funzioni differenziabili è differenziabile, e la sua matrice jacobiana, associata all'applicazione lineare composta, è il prodotto righe per colonne delle due matrici jacobiane (con la jacobiana della seconda funzione a sinistra).

Teorema delle derivate miste :  Se tex2html_wrap_inline51076 è una funzione definita e di classe tex2html_wrap_inline34798 (su di un aperto tex2html_wrap_inline34372 ), allora le derivate seconde miste sono uguali:

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Quindi la matrice hessiana   delle derivate seconde è simmetrica.

Un punto di minimo locale forte   è dove una funzione assume un valore strettamente minore di tutti i valori assunti in un intorno; se una funzione è di classe tex2html_wrap_inline34798 , in un punto ha gradiente nullo e matrice hessiana definita positiva, allora ha un punto di minimo locale forte.

Teorema delle funzioni implicite :  Sia tex2html_wrap_inline51086 , di classe tex2html_wrap_inline51088 (con tex2html_wrap_inline51090 ) sull'aperto W di tex2html_wrap_inline34458 , con n>k, e tex2html_wrap_inline34452 un punto di W con tex2html_wrap_inline51102 . Se la matrice jacobiana di F ha rango massimo k, allora esiste una funzione tex2html_wrap_inline51108 , con U un intorno di tex2html_wrap_inline36112 in tex2html_wrap_inline51114 , di classe tex2html_wrap_inline51088 e tale che

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Questa funzione è localmente unica, cioè non ci sono in un intorno di tex2html_wrap_inline34452 altri punti soddisfacenti a F(X)=C salvo le immagini di G; inoltre la matrice jacobiana tex2html_wrap_inline51126 ha rango massimo n-k.

In effetti si può fare in modo che le coordinate Y che parametrizzano l'insieme delle soluzioni di F(X)=C siano alcune delle coordinate X, ossia si può fare in modo che l'equazione F(X)=C definisca implicitamente delle funzioni che esprimono k delle n coordinate in funzione delle altre n-k. Inoltre è anche possibile ottenere una dipendenza differenziabile (sempre di classe tex2html_wrap_inline51088 ) di queste funzioni implicite dalle costanti C.

Un corollario del teorema delle funzioni implicite tratta il caso che in un certo senso è opposto, quello delle funzioni funzionalmente dipendenti  . Se tex2html_wrap_inline51148 , di classe tex2html_wrap_inline51088 sull'aperto W di tex2html_wrap_inline35884 , ha matrice jacobiana che non ha rango massimo, ma ha rango costante r< k su W, allora si possono, almeno localmente (nell'intorno di ogni punto di W) ricavare k-r componenti di F come funzioni delle altre r. Se al contrario la matrice jacobiana ha rango massimo, le funzioni componenti di F si dicono funzionalmente indipendenti . Un altro corollario è il seguente:

Teorema della funzione inversa :  Sia tex2html_wrap_inline51148 , di classe tex2html_wrap_inline51088 (con tex2html_wrap_inline51090 ) sull'aperto W di tex2html_wrap_inline34458 , con n>k, e tex2html_wrap_inline34452 un punto di W con tex2html_wrap_inline51102 . Se la matrice jacobiana di F è invertibile (cioè se lo jacobiano è tex2html_wrap_inline47820 ), allora esiste una funzione tex2html_wrap_inline51192 con U un intorno di C, e V un intorno di tex2html_wrap_inline34452 , di classe tex2html_wrap_inline51088 , che è l'inversa di F ristretta a V: tex2html_wrap_inline51208 .

Le due applicazioni F,G si dicono diffeomorfismi locali.

Calcolo integrale in più variabili

In questo testo si utilizza la teoria della integrazione di Riemann  , nella quale gli integrali sono definiti usando il limite per ampiezza della partizione   che tende a zero. Un insieme sul quale si può integrare la funzione 1, ottenendone l'area (nel piano; il volume, nello spazio tex2html_wrap_inline40050 , eccetera), si dice misurabile secondo Peano-Jordan  .

Teorema di integrabilità delle funzioni continue :  Una funzione continua su di un insieme misurabile secondo Peano-Jordan ammette sempre l'integrale di Riemann.

Con procedimenti del tutto simili si può definire l'integrale definito in una variabile, l'integrale doppio   di una qualsiasi funzione limitata e continua su di un insieme misurabile, e anche l'integrale triplo   e l'integrale multiplo  . Nel seguito ci occuperemo di integrali doppi.

Teorema del cambiamento di variabili negli integrali doppi :  Dato un insieme misurabile (secondo Peano-Jordan) tex2html_wrap_inline51216 , ed un diffeomorfismo

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allora l'integrale doppio di una funzione continua f(x,y) su D si può calcolare mediante un integrale nelle variabili (u,v):

displaymath51224

Per esempio, se la funzione da integrare è identicamente uguale ad 1, si trova che un diffeomorfismo conserva l'area   se e solo se il determinante jacobiano vale tex2html_wrap_inline42218 in ogni punto. Però se il determinante è -1, il diffeomorfismo non conserva l'orientazione  , ossia manda angoli positivi (antiorari) in angoli negativi (orari). Perciò in molte applicazioni, come nel caso dei sistemi conservativi, si richiede che l'area venga conservata ``con il segno'', cioè con determinante jacobiano identicamente uguale ad 1.

In modo del tutto analogo, sempre con il valore assoluto del determinante jacobiano, si può operare anche un cambiamento di variabile negli integrali multipli  .

Integrali di linea, forme differenziali nel piano

Una curva regolare   è una parametrizzazione, cioè una funzione tex2html_wrap_inline51230 definita su di un intervallo di tex2html_wrap_inline34960 ed a valori in tex2html_wrap_inline34458 , che sia differenziabile (di classe almeno tex2html_wrap_inline34382 ) e la cui velocità dX/ds(s) non si annulla per nessun s. Le soluzioni di sistemi dinamici continui sono sempre curve regolari, con il tempo come parametro, salvo che nel caso dei punti di equilibrio (le uniche soluzioni per cui la velocità si annulla).

Un integrale di linea   di una forma differenziale lineare   nel piano (x,y) viene indicato come tex2html_wrap_inline51244 dove C è una curva regolare; se tex2html_wrap_inline51248 è la parametrizzazione della curva con due funzioni tex2html_wrap_inline34382 , con tex2html_wrap_inline51252 , allora l'integrale di linea è per definizione uguale all'integrale definito:

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La forma differenziale lineare è l'espressione tex2html_wrap_inline51256 ; il vettore dei suoi coefficienti è covariante . Poiché il vettore velocità (dx/dt, dy/dt) è invece controvariante , se si cambia sistema di coordinate l'integrale di linea non cambia.

Un insieme D del piano tex2html_wrap_inline34636 ha bordo   tex2html_wrap_inline51264 se C è la frontiera  di D, e al tempo stesso è l'immagine di una curva regolare. Inoltre si richiede che la parametrizzazione sia tale che la curva si lascia D a sinistra del vettore velocità. Nella teoria dell'integrazione si può anche considerare una curva regolare a tratti  , per cui per esempio si può integrare sul bordo di un poligono (con lati rettilinei, o curvilinei).

La formula di Green   per l'area fornisce una relazione tra l'integrale doppio che definisce l'area di un insieme piano D, ed un integrale di linea sulla curva che ne forma il bordo tex2html_wrap_inline51264 :

displaymath51276

Una forma chiusa   si ha quando le funzioni P(x,y) e Q(x,y) sono tex2html_wrap_inline34382 ed il rotore  

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è identicamente nullo (su di un aperto tex2html_wrap_inline39196 ). Una forma differenziale lineare su di un aperto tex2html_wrap_inline39196 è una forma esatta   quando tex2html_wrap_inline51290 , ossia quando le due funzioni tex2html_wrap_inline51292 definiscono un campo vettoriale conservativo   che coincide con il gradiente di una funzione differenziabile F:

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Una forma differenziale chiusa su di un aperto tex2html_wrap_inline39196 (cioè un campo vettoriale con rotore identicamente nullo su tutto W) è sempre localmente esatta, su di un intorno di ogni punto di W; viceversa una forma localmente esatta (con coefficienti di classe almeno tex2html_wrap_inline34382 ) è anche chiusa, per il teorema delle derivate miste . Poiché il gradiente di una funzione, e la forma differenziale lineare corrispondente, si trasformano nello stesso modo covariante , la proprietà di essere localmente esatta (quindi chiusa) non dipende dal sistema di coordinate impiegato.

Non è invece detto che una forma chiusa sia esatta; in generale sarà la forma tex2html_wrap_inline51306 associata ad una funzione polidroma  F. Se però l'insieme W soddisfa ad opportune condizioni topologiche, come quella di essere ``semplicemente connesso'' allora ogni forma chiusa sarà esatta.

Forme differenziali

La teoria degli integrali di linea, e delle forme differenziali lineari  , si estende facilmente ad tex2html_wrap_inline34458 con n>2: se tex2html_wrap_inline51316 è una curva tex2html_wrap_inline34382 sull'intervallo [a,b], tex2html_wrap_inline51322

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Al campo vettoriale gradiente di una funzione è associata una forma differenziale, con le componenti del gradiente come coefficienti:

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Una forma differenziale lineare tex2html_wrap_inline51328 è una forma esatta   se esiste una funzione f(X) tale che tex2html_wrap_inline51332 , ossia tale che tex2html_wrap_inline51334 . Le forme differenziali lineari si trasformano, al cambiare delle coordinate, come i gradienti, cioè i coefficienti cambiano in modo covariante ; la condizione di esattezza non dipende dal sistema di coordinate usato. Una condizione necessaria e sufficiente perché una forma (con coefficienti tex2html_wrap_inline34382 ) sia localmente esatta è che valgano le condizioni imposte dal teorema delle derivate miste; condizioni che corrispondono all'annullamento dell'analogo multidimensionale del rotore.

Per calcolare queste condizioni in tex2html_wrap_inline34458 , con n>2, conviene definire una forma differenziale quadratica  , che è un'espressione della forma

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nelle quali si possono raccogliere i termini sulla base della regola di antisimmetria: tex2html_wrap_inline51344 . Quindi ad ogni forma differenziale quadratica è associata in modo unico una matrice antisimmetrica dei suoi coefficienti:

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Una forma differenziale quadratica si trasforma, per effetto di un cambiamento di coordinate con matrice jacobiana A, in modo tale che la matrice antisimmetrica F dei suoi coefficienti viene moltiplicata a sinistra per A ed a destra per tex2html_wrap_inline51354 : tex2html_wrap_inline51356 .

Si definisce inoltre l'operatore di differenziazione esterna  , che manda forme differenziali lineari in forme differenziali quadratiche:

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La proprietà fondamentale dell'operatore di differenziazione esterna è appunto di annullarsi su di una forma differenziale lineare esatta:

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a condizione che la funzione f(X) sia di classe tex2html_wrap_inline34798 , in modo da poter applicare il teorema delle derivate miste . tex2html_wrap_inline51366 si dice una forma chiusa   se il suo differenziale esterno è la forma differenziale quadratica a coefficienti tutti nulli: tex2html_wrap_inline51368 ; anche questa condizione non dipende dal sistema di coordinate usato. La condizione di chiusura è quindi necessaria perché una forma differenziale lineare (a coefficienti tex2html_wrap_inline34382 ) sia esatta; questa condizione non è sempre sufficiente, ma vale il seguente risultato:

Teorema di Poincaré :  Ogni forma differenziale lineare, di classe tex2html_wrap_inline34382 , che sia chiusa, è anche esatta localmente, cioè in un opportuno intorno di ogni punto.

La struttura simplettica dello spazio delle fasi di coordinate (P,Q) è definita dai coefficienti della matrice J, che sono poi (a meno di un segno) quelli della forma differenziale quadratica tex2html_wrap_inline51378 . Nel caso ad un grado di libertà la forma tex2html_wrap_inline51380 è l'elemento d'area, e questo consente di identificare le trasformazioni canoniche con quelle che conservano l'area. Per questo tipo di formalismo, si veda [Arnold 86], capitoli 7 ed 8.

Campi solenoidali

Una generalizzazione notevole della teoria dell'integrazione si ottiene definendo gli integrali su sottovarietà di tex2html_wrap_inline34458 . Per esempio, per n=3, su di una superficie regolare S dotata in ogni punto di un versore normale N, è possibile definire il flusso di un campo vettoriale tex2html_wrap_inline51390 , dando senso al simbolo

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in modo che valga la formula di Gauss  : se

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e W è un solido in tex2html_wrap_inline40050 di cui S è il bordo (frontiera che è anche superficie regolare), allora

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Un campo vettoriale V che sia solenoidale   ha quindi la proprietà che il suo flusso attraverso ogni superficie che fa da bordo è nullo. Questa proprietà si applica per esempio al campo gravitazionale al di fuori dei corpi che lo generano.

Lunghezza di una curva

Un altro tipo di integrale di linea è quello che si usa per definire la lunghezza della curva  : se tex2html_wrap_inline51406 è una parametrizzazione tex2html_wrap_inline34382 per la curva X=C(t), allora la lunghezza può essere definita come

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una parametrizzazione della stessa curva X=B(s) tale che tex2html_wrap_inline51416 ha quindi la proprietà di avere parametro arco  , cioè la lunghezza di un arco di curva coincide (a meno del segno) con l'incremento del parametro s.

Bibliografia :


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Andrea Milani
Thu Aug 14 11:30:04 MET DST 1997