Una funzione è differenziabile se è approssimabile nell'intorno di ogni punto con una funzione lineare, con resto di ordine di infinitesimo superiore al primo nella distanza dal punto. Il differenziale è l'applicazione lineare approssimante, che è espressa (nelle basi canoniche degli spazi di partenza e di arrivo) da una matrice detta matrice jacobiana. Per le funzioni scalari, cioè a valori in , la matrice è di tipo , cioè un vettore riga, il gradiente. Una funzione è sempre differenziabile. La composta di due funzioni differenziabili è differenziabile, e la sua matrice jacobiana, associata all'applicazione lineare composta, è il prodotto righe per colonne delle due matrici jacobiane (con la jacobiana della seconda funzione a sinistra).
Se
è una funzione definita e di classe
(su di un aperto
), allora le derivate
seconde miste sono uguali:
Quindi la matrice hessiana delle derivate seconde è simmetrica.
Un punto di minimo locale forte è dove una funzione assume un valore strettamente minore di tutti i valori assunti in un intorno. Se una funzione è di classe , ha un punto stazionario (dove ha gradiente nullo) e matrice hessiana definita positiva, si parla di punto di minimo locale non degenere; tale punto è anche di minimo locale forte.
Sia
, di classe (con )
sull'aperto di , e un punto di con . Se
il gradiente di è non nullo in , allora esiste una funzione
di classe
, con un intorno
di in tale che
Questa funzione è localmente unica, cioè non ci sono in un intorno di altri punti soddisfacenti a salvo le immagini di .
Le curve di livello della funzione sono regolari; inoltre la loro velocità è ortogonale al gradiente di .
Sia , di classe (con ) sull'aperto di , con , e un punto di con . Se la matrice jacobiana di è invertibile (cioè se lo jacobiano è ), allora esiste una funzione con un intorno di , e un intorno di , di classe , che è l'inversa di ristretta a : .
Le due applicazioni si dicono diffeomorfismi locali.
Un corollario del teorema della funzione inversa è che un punto di minimo locale non degenere è isolato tra i punti di minimo locale della funzione.
Richiamiamo la teoria della integrazione di Riemann, nella quale gli integrali sono definiti usando il limite per ampiezza della partizione che tende a zero. Un insieme sul quale si può integrare la funzione 1, ottenendone l'area, si dice misurabile secondo Peano-Jordan.
Una funzione continua su di un insieme misurabile secondo Peano-Jordan ammette sempre l'integrale di Riemann.
Con procedimenti del tutto simili si può definire l'integrale definito in una variabile, l'integrale doppio di una qualsiasi funzione limitata e continua su di un insieme misurabile.
Dato un insieme misurabile (secondo Peano-Jordan)
, ed
un diffeomorfismo
Per esempio, se la funzione da integrare è identicamente uguale ad 1, si trova che un diffeomorfismo conserva l'area se e solo se il determinante jacobiano vale in ogni punto. Però se il determinante è , il diffeomorfismo non conserva l'orientazione, ossia manda angoli positivi (antiorari) in angoli negativi (orari). Perciò in molte applicazioni, come nel caso dei sistemi conservativi, si richiede che l'area venga conservata ``con il segno'', cioè con determinante jacobiano identicamente uguale ad 1.
Una curva regolare è una parametrizzazione, cioè una funzione definita su di un intervallo di ed a valori in , che sia differenziabile (di classe almeno ) e la cui velocità non si annulli per nessun . Le soluzioni di sistemi dinamici continui sono sempre curve regolari, con il tempo come parametro, salvo che nel caso dei punti di equilibrio (le uniche soluzioni per cui la velocità si annulla).
Un integrale di linea di una forma differenziale lineare
nel piano viene indicato come
Un insieme del piano ha bordo se è la frontiera di , e al tempo stesso è l'immagine di una curva regolare. Inoltre si richiede che la parametrizzazione sia tale che la curva si lascia a sinistra del vettore velocità. Nella teoria dell'integrazione si può anche considerare una curva regolare a tratti, per cui per esempio si può integrare sul bordo di un poligono (con lati rettilinei, o curvilinei).
La formula di Green per l'area fornisce una relazione tra
l'integrale doppio che definisce l'area di un insieme piano , ed un
integrale di linea sulla curva che ne forma il bordo :
è identicamente nullo (su di un aperto
). Una forma
differenziale lineare su di un aperto
è una
forma esatta quando
, ossia
quando le due funzioni
definiscono un
campo vettoriale conservativo che coincide con il gradiente di una
funzione differenziabile :
Non è invece detto che una forma chiusa sia esatta; in generale sarà la forma associata ad una funzione polidroma . Se però l'insieme soddisfa ad opportune condizioni topologiche, come quella di essere semplicemente connesso, allora ogni forma chiusa sarà esatta.
Un altro tipo di integrale di linea è quello che si usa per definire
la lunghezza della curva: se
è una parametrizzazione per la curva , allora la
lunghezza può essere definita come
una parametrizzazione della stessa curva tale che ha quindi la proprietà di avere parametro arco, cioè la lunghezza di un arco di curva coincide (a meno del segno) con l'incremento del parametro .
Bibliografia :
Andrea Milani 2009-06-01