Sommario Ci limitiamo per semplicità ad enunciare e dimostrare il teorema di non integrabilità di Poincaré per una ``generica'' perturbazione di un problema integrabile a due gradi di libertà.
Teorema   di  non integrabilità di Poincaré : 
  Sia  
  con  
  aperto di  
 
  e  
 .
  Sia la parte integrabile  
  non degenere  , cioè tale che 
  
 
 
  Sia la perturbazione  
  della hamiltoniana
  sviluppabile in serie di Fourier uniformemente convergente:
  
 
 
  con tutti i coefficienti  
  diversi da zero per  
 .
  In realtà, è sufficiente che, per ogni  
 , sia
  finito il numero dei  coefficienti  
  nulli.
  Allora il sistema non è integrabile, nel senso che non ha un
  secondo integrale  
 , analitico reale in  
  e
  funzionalmente indipendente da H.
Dimostrazione:
 
 
   dove i puntini stanno per una serie di potenze in  
 ,
   uniformemente convergente (in  
 , con W un compatto
   contenuto in D).
Se G è un integrale primo, la sua derivata totale lungo le soluzioni si annulla. Con il formalismo della parentesi di Poisson si ricava allora
 
 
   e, sviluppando in serie di potenze rispetto a  
 ,
   
 
 
   Se questa serie di potenze di  
  deve essere nulla identicamente
   rispetto a  
 , si devono annullare i termini di ciascun ordine:
   per l'ordine zero,
   
 
 
   implica che  
  deve essere un integrale primo del sistema
   integrabile con hamiltoniana  
 . Siano  ora
   
 
 
   le frequenze proprie del sistema imperturbato (con hamiltoniana
    
 ).  Tra i tori I=cost ce ne sono alcuni su cui il rapporto
   delle frequenze  
  è irrazionale: per il
   teorema del ritorno , in un tale toro ogni orbita di
    
  è densa e  
 , funzione continua costante sulle
   orbite, è costante. I valori di  
  che
   sono tra loro in un rapporto irrazionale sono densi nel piano delle
   frequenze:  inoltre l'insieme denso di frequenze con
   rapporto irrazionale  proviene da un insieme denso di valori di
   I, dal momento che l'applicazione  
  definita dal 
   gradiente di  
  è un diffeomorfismo locale, avendo
   determinante jacobiano
   
 
 
   Quindi  
  è
   costante su di un insieme di tori che è denso in  
 ,
   e si può concludere che
   
 
 
   L'equazione relativa all'ordine 1 in  
  è
   
 
 
   che, tenendo conto che  
  e  
  dipendono solo
   dalle I, si semplifica in
   
 
 
   Ora, se  
  è un integrale primo, deve essere periodico di periodo
    
  nelle variabili angolo e di classe  
 , quindi ammette uno
   sviluppo in serie di Fourier:
   
 
 
   Sostituendo questo sviluppo, e quello analogo di  
 , si trova
   (derivando per serie, il che è lecito perché la serie di
   Fourier delle derivate è convergente):
   
 
 
Se questa serie di Fourier deve essere identicamente nulla, tali devono essere i suoi coefficienti:
 
 
   Scegliamo  I in modo che il rapporto fra le frequenze
   sia razionale, cioè  
 , con  
 ; allora 
   per  
  è nullo il divisore  
   
 
 
Quindi per tali valori di I e di K l'equazione nei coefficienti si riduce a
 
 
   che ha due sole possibili soluzioni: o  
 , ma questo non
   è possibile (se anche  
  fosse nullo, non possono essere nulli
   gli infiniti coefficienti  
  con s intero, che danno luogo
   allo stesso problema); oppure
   
 
 
   che implica che i due vettori  
  e  
 , entrambi ortogonali a K, sono paralleli: allora, poiché 
    
  è il gradiente di  
 , i gradienti di  
 
   ed  
  sono paralleli in I: l'insieme delle  I per le quali
   ciò si verifica (quelle corrispondenti ad  rapporto  razionale
   fra le frequenze) è denso in D; perciò i due gradienti sono
   sempre paralleli.
Se due funzioni hanno gradienti paralleli, sono - almeno localmente - funzionalmente dipendenti , ossia esiste una funzione F (differenziabile) tale che
 
 
Consideriamo ora la funzione
 
 
   che è ancora un integrale primo e che
   è identicamente nulla per  
 . Sviluppando di nuovo, si ha allora
   
 
 
   dove G' è ancora un integrale primo: ripetendo lo stesso
   ragionamento,  
  è funzionalmente dipendente da  
 .
   Procedendo per induzione, si dimostra che ad ogni
   ordine in  
    
  è funzionalmente dipendente da 
    
 : poiché per ipotesi G è una funzione
   analitica reale in  
 , ne segue che G=f(H) non può essere un
   integrale primo indipendente dalla hamiltoniana.
Per dimostrare che un dato problema non è integrabile si deve
dimostrare anche che lo 
sviluppo in serie di Fourier della perturbazione  
  ha la
proprietà di non avere infiniti coefficienti che si annullano, o
qualche altra proprietà che può servire allo stesso scopo. Questo
fu appunto dimostrato da Poincaré per il problema dei tre
corpi; si veda [Poincaré 1892].
Tuttavia, alcuni anni dopo Sundman dimostrò che esiste una rappresentazione delle soluzioni del problema dei tre corpi con una serie uniformemente convergente; il premio però era già stato assegnato. Il suo risultato non contraddiceva quello di Poincaré, perché le serie di Sundman non sono del tipo utilizzato nei sistemi integrabili secondo Weierstrass. Le serie ``alla Weierstrass'' sono del tipo praticamente impiegato nelle teorie perturbative che gli astronomi utilizzano per predire le orbite dei pianeti, mentre quelle di Sundman sono difficilmente utilizzabili per calcoli di questo tipo; quindi, benché il risultato di Sundman sia di grande importanza teorica, l'impatto del teorema di non integrabilità di Poincaré sugli sviluppi della ricerca in dinamica è stato molto maggiore.