Sommario Un sistema hamiltoniano a due gradi di libertà, con un altro integrale primo indipendente dalla hamiltoniana, è sempre integrabile mediante quadrature ed inversioni. Questo può essere dimostrato sotto ipotesi molto generali; in casi abbastanza semplici, come quello delle geodetiche sulle superfici di rivoluzione, le formule risolutive sono di facile scrittura. Perché un sistema ad n gradi di libertà sia integrabile occorrono non solo n integrali primi indipendenti, ma anche ipotesi più restrittive, come quella che le parentesi di Poisson degli integrali siano nulle.
Consideriamo una hamiltoniana a due gradi di libertà. In generale non è detto che sia possibile esprimerne le soluzioni in modo analitico, cioè con manipolazioni algebriche, quadrature ed inversioni; in effetti la maggior parte delle hamiltoniane sono non integrabili . Sono integrabili, come abbiamo visto in molti esempi, le hamiltoniane che hanno una variabile ciclica, del tipo , per le quali
e, sostituendo a il suo valore costante, si ottiene una hamiltoniana ad un grado di libertà con parametro. Se però si conosce una hamiltoniana che dipende effettivamente da quattro variabili, come si può scoprire se esiste un cambiamento di variabili canonico che fa apparire una variabile ciclica? Questo problema di integrabilità può essere ridotto in un altra forma assai più espressiva.
Supponiamo che il sistema ammetta un integrale primo G(P,Q). Il calcolo della derivata totale può essere eseguito mediante la parentesi di Poisson
poiché è la derivata di G lungo il flusso del sistema definito da H:
Le parentesi di Poisson hanno molte proprietà importanti, ma la più semplice è
Allora implica (e viceversa), e se esiste un integrale primo G(P,Q), anche H((P,Q)) è costante lungo il flusso di G, il quale è perciò un gruppo ad un parametro che lascia invariata la hamiltoniana. Questo è praticamente l'inverso del teorema di Noether .
Se il sistema di hamiltoniana H(P,Q) ammette un integrale primo G((P,Q)), esiste un gruppo ad un parametro di simmetrie; se allora si potessero parametrizzare le orbite del sistema dinamico definito da G(P,Q) con una coordinata, questa sarebbe una coordinata ciclica per H. Per esempio, se G è un integrale del tipo del momento angolare, esiste una variabile angolo tale che . In altri casi, non è affatto ovvio quale possa essere la variabile ciclica. È inoltre chiaro che la relazione tra G ed H non deve essere banale: per esempio, se G=f(H) (con f una qualsiasi funzione ), sarà sempre vero che , ma la conoscenza di G non fornisce alcuna informazione supplementare alla conoscenza di H.
Teorema di Arnold-Jost : Sia una hamiltoniana a due gradi di libertà, di classe su di un aperto W. Sia un integrale primo pure di classe :
funzionalmente indipendente da H, cioè è linearmente indipendente da in ogni punto di W. Siano due numeri reali tali che l'insieme di livello di equazioni
è compatto in W. Allora:
in cui le variabili azione sono funzioni soltanto dei valori di G ed H, e sono variabili angolo.
cioè è ancora un flusso di Kronecker in cui ciascuna frequenza propria è funzione delle sole variabili azione.
L'aperto W può essere contenuto in , oppure, in presenza di variabili angolo tra le , si può anche avere oppure .
Dimostrazione:
dove la curva sul toro si ottiene variando in e lasciando fisse l'altra variabile angolo, g ed h. Per la dimostrazione che la trasformazione così definita è canonica, si veda [Arnold 86], capitolo 10.
Perciò il sistema è risolubile, nelle nuove variabili, mediante soli scorrimenti , che sono flussi di Kronecker sui tori invarianti.
L'integrale appare anche nel metodo di Hamilton-Jacobi; infatti una funzione definita da dove l'integrale deve essere eseguito sulla superficie I=cost è una funzione caratteristica di Hamilton-Jacobi . La dimostrazione del teorema di Arnold-Jost chiarisce che questo integrale non è una semplice quadratura nello spazio delle Q, ma l'integrale di linea della forma differenziale lineare . Le scelte di segni nel metodo della separazione delle variabili possono essere spiegate in termini di due lembi del toro invariante che si proiettano sullo stesso insieme nello spazio delle Q.
Una classe importante di problemi a due gradi di libertà, ma che sono risolubili per quadratura, perché hanno un integrale primo funzionalmente indipendente dalla hamiltoniana, si ottiene considerando dei moti vincolati a superfici, senza forze esterne.
Consideriamo una superficie di rivoluzione : se l'asse di simmetria è assunto come asse z, allora in coordinate polari cilindriche ( ) l'equazione della superficie è della forma f(r,z)=0. Se , allora si potrà localmente ricavare r=r(z), per cui sarà un sistema di coordinate lagrangiane per la superficie:
Figure 6.3: Superficie di rivoluzione ottenuta facendo
ruotare la curva r=r(z) attorno all'asse z. I vettori indicati sono
le derivate rispetto a z, mentre quelle rispetto all'angolo di
rotazione sono tangenti ai paralleli (tratteggiati).
Lo spazio tangente sarà generato dai vettori
le cui proprietà metriche sono:
La superficie è regolare, se f è di classe , nei punti in cui r> 0.
In assenza di forze esterne, il moto di un corpo puntiforme di massa m vincolato alla superficie sarà quindi deducibile dalla lagrangiana ridotta alla sola energia cinetica
i cui momenti sono
Il momento coniugato alla longitudine è un integrale primo, che coincide con la componente z del momento angolare (sulla quale le reazioni vincolari non influiscono). Eseguendo la trasformata di Legendre si trova la hamiltoniana
che definisce un sistema hamiltoniano ad un grado di libertà con parametro . La soluzione può quindi essere espressa mediante quadrature ed inversioni a partire dalla formula
che può anche essere impiegata per lo studio qualitativo delle soluzioni. Se è limitato l'insieme U dei valori di z, per i quali il secondo membro dell'equazione qui sopra è , allora a ciascun intervallo di U corrisponde un toro invariante nello spazio delle fasi. Per esempio, supponiamo che
allora ad ogni valore di corrispondono due valori di , uno positivo ed uno negativo, sempre con lo stesso valore degli integrali primi ; invece a ed a corrisponde solo . Questo definisce un insieme equivalente ad una circonferenza , che è la traiettoria di un'orbita periodica del sistema hamiltoniano ad un grado di libertà definito da . Usando una coppia di variabili azione-angolo per parametrizzare una corona circolare di simili orbite periodiche (sempre con costante ma con variabile), si trova che , cioè ogni è percorso con frequenza costante.
Però nello spazio delle fasi del problema originale c'è anche la variabile , che è ciclica, e può essere quindi espressa per quadratura a partire dalla soluzione per l'altra variabile z:
Il toro di livello definito da è quindi parametrizzato dalle due variabili angolo . Il teorema di Arnold-Jost assicura che esiste il modo di definire un'altra coppia di variabili canoniche , in modo tale che e . Sfruttando il fatto che è ciclica, si può supporre che ; però , anche se le due variabili hanno la stessa frequenza media, cioè compiono un giro in .
Gli esercizi e problemi che seguono sono casi particolari di questo problema integrabile, detto delle geodetiche sulle superfici di rivoluzione.
Il nome di geodetiche fa riferimento ad una proprietà delle curve che risolvono questo problema, e più in generale delle soluzioni di un problema di moto vincolato con L=T. Le soluzioni sono anche punti stazionari del funzionale
Questo principio variazionale può essere ricondotto, con alcuni passaggi, alla stazionarietà dell'integrale che esprime la lunghezza della curva soluzione. Perciò le geodetiche sono curve di lunghezza stazionaria, tra quelle vincolate a restare sulla varietà delle configurazioni; per intervalli di tempo abbastanza corti si può dimostrare che la lunghezza è in effetti minima. Per una trattazione delle equazioni di Lagrange dedotto dal principio variazionale si può consultare [Arnold 86], capitoli 3 e 4.
Esercizio Il cilindro è dato da r=R costante, r'=0. Determinare le geodetiche. (Soluzione)
Problema Un iperboloide ad una falda di rivoluzione è dato da
Un iperboloide a due falde di rivoluzione è dato da
Trovare le geodetiche nei due casi; dire se formino tori invarianti nello spazio delle fasi. (Soluzione)
Problema Data la superficie di rivoluzione
dimostrare che tutte le geodetiche sono limitate, quindi appartengono a tori invarianti, ad eccezione del caso in cui (allorché i tori invarianti degenerano in una circonferenza).
Non è sempre vero che il sistema di coordinate lagrangiano sia il più conveniente. Poiché l'esplicitazione r=r(z) della relazione implicita f(r,z)=0 vale solo localmente, ci sono casi in cui una diversa parametrizzazione della curva f(r,z)=0 è più conveniente, per esempio perché può fornire una unica carta per tutta la superficie.
Esempio:
che conduce alla formula del momento
Supponiamo allora di avere un pendolo sferico senza forza esterna. Tutte le soluzioni sono limitate e formano dei tori invarianti, ad eccezione di quelle con e quelle con ; queste ultime passano dai punti , e dovrebbero essere trattate a parte. È comunque facile vedere che in questi casi eccezionali i tori di livello degenerano in circonferenze.
Figure 6.4: Un toro considerato come superficie di
rivoluzione: una circonferenza di raggio b ruota attorno ad un asse
posto ad una distanza a dal suo centro.
Problema Dato il toro di equazioni
con a>b>0, descriverne le geodetiche.
Suggerimento: Usare la parametrizzazione
che descrive con una sola carta tutto il toro ed è ovunque regolare per a>b>0.
La generalizzazione del teorema di Arnold-Jost ad un numero qualsiasi di gradi di libertà richiede di tenere conto di un problema aggiuntivo, quello della commutazione tra gli integrali.
Sia data una hamiltoniana H(P,Q) ad n gradi di libertà, ossia con (P,Q) in un aperto W che appartiene ad (o magari a ), e supponiamo di avere tanti integrali primi quanti sono i gradi di libertà (possiamo supporre che , visto che la hamiltoniana è un integrale primo). Valgono allora le relazioni contenenti le parentesi di Poisson :
Tuttavia, non necessariamente valgono anche le
quando ciò accade, cioè se si annullano tutte le parentesi di Poisson tra gli integrali due a due, allora diciamo che gli integrali sono in commutazione .
Esempio:
e le sue componenti secondo gli assi (x,y,z), che indichiamo con . Le parentesi di Poisson tra queste tre funzioni scalari non sono nulle: per esempio,
come si può calcolare direttamente esprimendo i prodotti vettori in componenti.
Il secondo problema è costituito dall'elevata dimensione dello spazio delle fasi, che potrebbe far temere una grande complicazione nella struttura delle varietà di livello: con n integrali primi in uno spazio delle fasi di dimensione 2n, ci aspettiamo che gli insiemi di livello siano varietà di dimensione 2n-n=n. In realtà l'unico tipo di varietà di dimensione n che occorre considerare è il toro , che è il prodotto cartesiano di n copie della circonferenza (la varietà parametrizzata da una sola carta con n variabili angolo).
Teorema di Arnold-Jost : Sia H(P,Q) una hamiltoniana, di classe su un aperto W dello spazio delle fasi, e siano delle funzioni che formano un sistema di n integrali funzionalmente indipendenti ed in commutazione . Se V(G) è l'insieme di livello di equazioni
ed è compatto e connesso, allora è un toro , ed esiste un intorno U di V(G) in W su cui è definito un cambiamento di coordinate canonico
le n variabili angolo parametrizzano i tori di livello, mentre le variabili azione I sono funzione solo dei valori G degli integrali primi. In particolare, H(P,Q)=K(I): il sistema è perciò risolubile mediante scorrimenti, con le variabili angolo che cambiano linearmente rispetto al tempo secondo l'equazione
dove le frequenze proprie dipendono dalle sole variabili azione.
Dimostrazione omessa.
Definizione:
Il teorema di Arnold-Jost fornisce la soluzione espressa mediante le variabili azione-angolo. Poiché la trasformazione canonica che definisce le variabili azione-angolo è esprimibile mediante quadrature ed inversioni, (si veda [Arnold 86], Capitolo 10), i sistemi integrabili nel senso sopra definito sono integrabili mediante operazioni di quadratura ed esplicitazione di funzioni implicite.