next up previous contents index
Next: 5.5 TRASFORMAZIONI CANONICHE Up: 5 SISTEMI CONSERVATIVI: UN Previous: 5.3 TRASFORMATA DI LEGENDRE

5.4 SISTEMI LAGRANGIANI

 

Sommario Molti esempi di hamiltoniane che non sono del tipo semplice H(p,q)=T(p)+V(q) si ottengono per trasformata di Legendre a partire dalle equazioni di Lagrange. I casi più notevoli sono quelli dei moti vincolati, sia di corpi puntiformi, sia di corpi dotati di momento d'inerzia non nullo (purché lo spazio delle configurazioni resti ad una dimensione). Molti esempi si possono ricavare anche da problemi non strettamente meccanici. La condizione che la funzione energia potenziale sia di classe tex2html_wrap_inline34798 può essere rilassata.

Moti vincolati

Molti sistemi hamiltoniani non sono della forma che deriva da un sistema newtoniano ad un grado di libertà. Alcuni sistemi hamiltoniani ad un grado di libertà possono essere ricavati da sistemi newtoniani con più gradi di libertà in presenza di vincoli. Il caso più importante è quello del moto vincolato  di un corpo puntiforme ; con questo si intende che un corpo puntiforme di massa m si muova nello spazio tex2html_wrap_inline34458 su di una curva X=X(q) con parametro q; la curva si suppone che sia regolare, di classe tex2html_wrap_inline34798 per tex2html_wrap_inline41570 . Allora l'energia cinetica  del corpo puntiforme sarà semplicemente

displaymath41572

una funzione quadratica di tex2html_wrap_inline41054 , che soddisfa la condizione di convessità perché il coefficiente di tex2html_wrap_inline41576 è maggiore di 0, e che dipende anche da q: quindi tex2html_wrap_inline41582 .

Non è facile dare una definizione fisica di corpo puntiforme  , visto che si tratta in realtà di un'astrazione matematica. La definizione più chiara è questa: si tratta di un corpo per il quale l'energia cinetica è fornita solo dal movimento di un singolo punto rappresentativo (in pratica il suo centro di massa), ed è trascurabile qualsiasi contributo proveniente per esempio dall'energia cinetica dei moti di rotazione; quindi l'energia cinetica è data, per definizione, dalla formula precedente.

Supponiamo che le forze esterne siano dotate di energia potenziale W(X); allora la funzione composta, in sostanza la restrizione dell'energia potenziale alla curva, V(q)=W(X(q)), avrà come derivata rispetto a q

displaymath41590

che è (a meno del segno) la componente lungo la tangente alla curva della forza applicata al corpo puntiforme dal campo tex2html_wrap_inline41592 . Se facciamo l'ipotesi che le componenti delle forze normali alla curva siano annullate dalle reazioni vincolari , che appunto forzano il moto a restare confinato alla curva, ma hanno componente nulla lungo la tangente alla curva, allora l'equazione di moto lungo la curva sarà esprimibile mediante la lagrangiana 

displaymath41594

ossia dall'equazione di Lagrange :

displaymath41596

e sostituendo le equazioni per tex2html_wrap_inline41598 , il momento è

displaymath41600

e l'equazione di Lagrange è

eqnarray11856

Quindi l'equazione di Lagrange esprime il fatto che l'accelerazione tex2html_wrap_inline41602 subita dal corpo puntiforme è compensata dalla forza esterna di potenziale W soltanto per la componente nella direzione tangente alla curva di vincolo; la componente normale alla curva contiene anche le reazioni vincolari, la cui intensità è arbitraria. Perciò l'equazione di Lagrange è equivalente alle equazioni di Newton nell'ipotesi che il vincolo sia rispettato.

Pendoli

Esempio:

Esercizio Fissando una delle estremità di un filo inestendibile di lunghezza tex2html_wrap_inline36562 ad un punto materiale di massa m, e l'altra estremità al punto più alto di una guida circolare di raggio tex2html_wrap_inline41670 (cfr. figura 5.5).

  figure11891
Figure 5.5:  Pendolo di lunghezza variabile

Studiare il moto del pendolo sul piano verticale della guida e determinare la frequenza delle piccole oscillazioni intorno al punto di equilibrio stabile.

Suggerimento: Come coordinata, servirsi di tex2html_wrap_inline41672 , dove tex2html_wrap_inline35482 è l'angolo formato dalla direzione del filo con la verticale.

(Soluzione)

Esempio:

Moti vincolati - esempi

Esempio:

Esercizio Studiare il moto di corpi puntiformi, su cui agisce una forza verso le y negative e di intensità costante g, vincolati ai seguenti grafici:

displaymath41786

Il primo esercizio corrisponde all'esempio di hamiltoniana che non proviene da un sistema newtoniano, proposto nella Sezione 5.1. (Soluzione)

Esercizio Un corpo puntiforme di massa m viene lanciato verso l'alto, in direzione perfettamente verticale, sotto l'attrazione della gravità terrestre con energia potenziale (in funzione della coordinata verticale z):

displaymath41792

dove G,M,R sono costanti positive (G è la costante di gravitazione universale; M la massa della Terra; R il raggio del nostro pianeta, supposto a perfetta simmetria sferica). Il moto può svolgersi soltanto in direzione radiale (per ragioni di simmetria, non è necessario un vincolo). Trovare la funzione di Hamilton e determinare le condizioni iniziali che danno luogo ad un moto illimitato. Per le soluzioni limitate determinare il tempo impiegato a partire dalla superficie (z=0) per ritornare alla superficie. (Soluzione)

Esercizio Consideriamo un corpo puntiforme di massa m vincolato all'elica cilindrica  

displaymath41806

con tex2html_wrap_inline41808 , tex2html_wrap_inline38808 è la pendenza. Se l'energia potenziale è tex2html_wrap_inline41812 , scrivere le funzioni di Lagrange e di Hamilton, e le soluzioni. (Soluzione)

Corpi non puntiformi

Se un corpo non è puntiforme, per definizione la sua energia cinetica non si riduce alla sola energia cinetica di traslazione. Supponiamo che il corpo sia libero di ruotare soltanto attorno ad un asse con direzione fissa, e sia tex2html_wrap_inline35456 l'angolo di rotazione: allora l'energia cinetica di rotazione sarà della forma tex2html_wrap_inline41816 , dove il coefficiente I è il momento d'inerzia  rispetto all'unico asse di rotazione.

Per esempio, per un cilindro di raggio R e massa m che ruota attorno all'asse di simmetria, se la densità è uniforme il momento d'inerzia è tex2html_wrap_inline41824 . Per una sfera di densità uniforme tex2html_wrap_inline41826 . In generale il momento d'inerzia sarà sempre della forma tex2html_wrap_inline41828 se m è la massa del corpo ed R una lunghezza caratteristica della sua forma, dove il coefficiente tex2html_wrap_inline38808 dipende sia dalla forma che dalla distribuzione interna di massa. Per una discussione del momento d'inerzia e del modo di calcolarlo si veda nella Sezione 7.3.

Esempio:

Esempi non strettamente meccanici

Il formalismo lagrangiano, e quello hamiltoniano, hanno applicazioni anche al di fuori della meccanica classica; di questo diamo due esempi semplici.

Esempio:

Esercizio Una particella di massa m e carica positiva Q è vincolata a muoversi lungo un'asta lunga tex2html_wrap_inline41932 , ai cui estremi sono fissate due cariche uguali di valore -Q e massa trascurabile. Studiare l'hamiltoniana del sistema nel piano delle fasi. Determinare il periodo delle oscillazioni ottenute liberando la particella, con velocità iniziale nulla, in un punto distante tex2html_wrap_inline41936 ( tex2html_wrap_inline41938 ) dal punto medio dell'asta. (Soluzione)

Forze non differenziabili

La condizione che la funzione di Hamilton, e quella di Lagrange, siano di classe tex2html_wrap_inline34798 , è conveniente nelle dimostrazioni ma non è indispensabile. Il teorema di esistenza e unicità  richiede che il secondo membro di un sistema dinamico sia una funzione lipschitziana , quindi continua ma non necessariamente differenziabile. Per esempio, in un sistema hamiltoniano (proveniente da uno newtoniano) tex2html_wrap_inline41162 , supponiamo che f(q)=-V'(q) sia tex2html_wrap_inline34382 ovunque salvo che in un numero finito di punti, nei quali ammette derivata destra e sinistra. La funzione f(q) risulta comunque localmente lipschitziana, e l'esistenza e unicità della soluzione sono assicurate anche quando essa passa da questi punti singolari.

  figure12068
Figure 5.9:  Il piano delle fasi delle variabili (p,q) per un sistema newtoniano con forza pari a meno il modulo della coordinata q. Tutte le soluzioni sono definite per ogni t, e tutte tranne tre orbite hanno insiemi limite vuoti (cioè vanno all'infinito).

Esempio:

  figure12082
Figure 5.10:  Il galleggiante libero di muoversi solo verticalmente riceve una spinta che non è derivabile al momento dell'emersione (sia della faccia superiore che di quella inferiore del galleggiante). Nel piano delle fasi ne risultano curve di livello della hamiltoniana che si raccordano in modo differenziabile ma non differenziabile due volte.

Si può applicare il formalismo lagrangiano e/o hamiltoniano a corpi galleggianti, usando nel calcolo delle forze - e quindi dell'energia potenziale - la legge di Archimede  : un corpo immerso in un liquido riceve dal liquido stesso una spinta pari al peso del liquido spostato; il potenziale risulta solo tex2html_wrap_inline34382 , e non tex2html_wrap_inline34798 al momento dell'emersione, ma l'accelerazione è lipschitziana e quindi l'esistenza e unicità della soluzione è garantita.

Esercizio Lungo un'asta verticale scorre senza dissipazione un cubo omogeneo di lato tex2html_wrap_inline36562 e densità d; l'asta è parzialmente immersa in un liquido di densità a, con a>d; il cubo è soggetto alla forza di gravità con accelerazione g verso il basso, e alla forza di Archimede.

Si descriva il moto con formalismo hamiltoniano, nelle variabili x (dove x è l'altezza del centro del cubo rispetto al pelo del liquido) e

displaymath41996

Da quale profondità deve essere rilasciato il cubo con velocità iniziale zero per uscire dal liquido fino all'altezza tex2html_wrap_inline41998 ?

Suggerimento: Se il peso del cubo è P, la forza di Archimede è:

displaymath42002

displaymath42004

Si può rispondere alla seconda domanda indipendentemente dalla prima, usando soltanto l'integrale dell'energia.

(Soluzione)

  figure12106
Figure 5.11:  Il filo che può scivolare oltre l'orlo di un piano orizzontale riceve una spinta che non è derivabile al momento in cui ciascuna delle due estremità del filo passa dall'orlo. Nel piano delle fasi ne risultano curve di livello della hamiltoniana che si raccordano, lungo due rette, in modo differenziabile ma non differenziabile due volte.

Un altra classe di problemi sui sistemi conservativi si ottiene considerando il filo inestendibile pesante  , con densità lineare costante; non serve solo ad imporre un vincolo, ma contribuisce sia all'energia cinetica che a quella potenziale. Si intende che il filo possa piegarsi senza sforzo, e scivolare su di una superficie (con o senza dissipazione); però in presenza di uno spigolo, il potenziale risulta tex2html_wrap_inline34382 e non tex2html_wrap_inline34798 , pur mantenendo l'unicità delle soluzioni per la condizione di Lipschitz.

Esercizio Sia dato un filo inestendibile pesante, di densità lineare costante d e lunghezza tex2html_wrap_inline36562 , attaccato ad una molla di costante elastica k. Supponiamo che la molla sia sufficientemente lunga e che la sua posizione di equilibrio disti a dal ciglio dello strapiombo (Figura 5.11), al di là del quale il filo pesante si piega e scende attratto dalla gravità g. Sul piano di appoggio il filo scivola senza dissipazione.

Si descriva il moto (nel piano delle fasi) utilizzando le ipotesi: (1) tex2html_wrap_inline42020 ; (2) dg>k; (3) tex2html_wrap_inline42024 .

Descrivere che cosa cambia se tex2html_wrap_inline42026 . (Soluzione)


next up previous contents index
Next: 5.5 TRASFORMAZIONI CANONICHE Up: 5 SISTEMI CONSERVATIVI: UN Previous: 5.3 TRASFORMATA DI LEGENDRE

Andrea Milani
Thu Aug 14 11:30:04 MET DST 1997