Sommario Un punto di equilibrio il cui linearizzato ha esponenti di Lyapounov sia positivi che negativi è instabile; se non ci sono autovalori con parte reale nulla può essere descritto come il prodotto cartesiano di un pozzo per una sorgente. Questa descrizione è assicurata da una serie di teoremi, le cui dimostrazioni non sono semplici e sono qui svolte solo in parte.
Consideriamo un sistema dinamico continuo in , e facciamo l'ipotesi che abbia un punto di equilibrio nell'origine; sviluppando il campo vettoriale nell'origine si ottiene:
dove f(x,y),g(x,y) sono infinitesimi per di ordine superiore al primo (rispetto a ). Allora il sistema dinamico linearizzato nell'origine è:
Abbiamo già visto le proprietà qualitative del sistema dinamico nonlineare nel caso di un pozzo o di una sorgente , che si verificano per ; infatti in tal caso, se gli esponenti di Lyapounov sono tutti negativi, mentre se sono tutti positivi.
Definizione:
Questo si verifica per : gli autovalori di A sono reali e con prodotto negativo.
Un'altra affermazione equivalente è che il sistema linearizzato ha un punto di equilibrio di tipo sella .
Se gli autovalori sono distinti, supponiamo che siano con ; quindi esistono due autovettori linearmente indipendenti, e usando questi come nuova base si può portare il sistema dinamico nella forma più semplice
il cui linearizzato è
Il sistema linearizzato ha soluzioni (x(t),y(t)) che soddisfano alle equazioni
ed in particolare le soluzioni contenute in y=0 ed x=0, che sono `diverse' dalle altre. Per dare una definizione rigorosa di questa diversità occorre considerare il comportamento delle soluzioni per e per .
Una curva eccezionale è una curva la cui immagine C contiene delle soluzioni del sistema dinamico che hanno o limite diverso, o anche lo stesso limite ma vi arrivano con tangente diversa, rispetto ad altre soluzioni `arbitrariamente vicine' (cioè con condizioni iniziali in un sistema fondamentale di intorni di C). Questa definizione si può intendere sia per che per .
Figure 3.8: Un punto di equilibrio che presenta delle curve eccezionali,
che tendono al punto stesso per a differenza del le
altre soluzioni vicine.
Teorema di esistenza delle curve eccezionali : Una sella nonlineare ha sempre delle soluzioni che tendono al punto di equilibrio sia per che per ; le immagini di queste soluzioni formano due insiemi , localmente chiusi nell'intorno del punto di equilibrio, ed aventi per frontiera delle curve eccezionali.
Dimostrazione:
con , passiamo alle coordinate polari
ed in tali coordinate il sistema dinamico dotato di una sella nonlineare diventa:
dove i simboli o(r) indicano degli infinitesimi, per , di ordine superiore al primo rispetto ad r.
Il problema è che r(t) non tende a zero, o almeno non su tutte le soluzioni, quindi gli o(r) non sono necessariamente piccoli per .
Figure 3.9: Il settore Q in cui le soluzioni entrano dai due
lati rettilinei ed escono dal lato curvilineo.
Per dimostrare l'esistenza di prendiamo un settore Q definito, in coordinate polari, da
dove sono scelti positivi ma abbastanza piccoli da assicurare che nel settore Q:
Allora in tutti i punti di Q vale: e ha il segno opposto a quello di . Consideriamo il bordo di Q, che è costituito dai due segmenti OA ed OB e dall'arco di circonferenza AB, dove O è l'origine, A ha coordinate polari e B ha coordinate polari . Sul segmento OA vale , e sul segmento OB vale , cioè le soluzioni entrano in Q (non considerando il punto O che è di equilibrio). Invece sull'arco AB vale , quindi le soluzioni escono da Q.
Consideriamo una soluzione che entra in Q da uno dei due segmenti OA, OB (escluso O). Lungo tale soluzione r(t) è crescente, e non può avere un limite finito e (altrimenti sui valori limite si avrebbe , e questo non accade in Q). Perciò tale soluzione esce da Q lungo AB. Chiamiamo la parte di AB da cui escono le soluzioni che entrano da OA, e quella parte di AB da cui escono le soluzioni entrate in OB. I due insiemi sono separati (le soluzioni non possono incrociarsi, per non violare l'unicità delle soluzioni per una condizione iniziale data) ed aperti. Poiché l'arco AB è un insieme continuo (è parametrizzato dal segmento ), deve esistere almeno un elemento separatore D che non appartiene né a né a . Prendiamo la soluzione per D: per non può uscire da Q, ma per lo stesso ragionamento fatto sopra r(t) non può tendere ad un limite >0, quindi la soluzione per D ha come punto limite per la sella nonlineare O.
Se ne deduce che non è vuoto; esso contiene tutte le soluzioni che appartengono al tratto di AB compreso tra e , che può essere o un singolo punto D o un arco DE compresi i due estremi D ed E. Nel primo caso c'è una sola curva eccezionale per D, che è l'unica in Q ad avere O come punto limite per ; nel secondo caso, arbitrariamente vicino alle due curve per D ed E esistono soluzioni che non tendono a O.
La dimostrazione relativa a è sostanzialmente la stessa, salvo che occorre considerare un settore
e questa volta le soluzioni entreranno dall'arco di circonferenza ed usciranno dai segmenti.
In realtà le proprietà degli autovalori reali che servono nella dimostrazione relativa a sono: e ; non serve che . Ne segue che l'esistenza di curve eccezionali, e dell'insieme , vale anche nel caso di un punto di equilibrio degenere con un esponente di Lyapounov nullo ed uno positivo. Simmetricamente, l'esistenza di curve eccezionali e dell'insieme vale nel caso di un punto di equilibrio degenere con un esponente di Lyapounov nullo ed uno negativo.
Nel caso di due autovalori positivi ma distinti si ha una sorgente , ed il sistema linearizzato è del tipo nodo . Usando ancora la stessa definizione, visto che e che in un settore opportunamente scelto, si mostra l'esistenza di curve eccezionali che sono diverse dalle altre non per il limite per , che in questo caso è la sorgente per tutte le soluzioni vicine, ma per la tangente con cui si avvicinano al limite; si veda la Figura 2.1.
Definizione:
In realtà si potrebbe dimostrare che la condizione (c) è conseguenza di (a) e (b).
Esempio:
Esempio:
Mentre nel caso lineare si può accertare l'esistenza di separatrici approfittando dell'espressione esplicita di tutte le soluzioni, nel caso nonlineare l'esistenza di curve separatrici non è in generale ovvia. Perciò è importante poter decidere dell'esistenza di separatrici sulla base delle sole proprietà del linearizzato, per esempio sulla base dei soli esponenti di Lyapounov.
Teorema di esistenza e unicità delle separatrici : Una sella nonlineare ha sempre esattamente due separatrici, che sono l'insieme delle condizioni iniziali che hanno quel punto di equilibrio come limite, rispettivamente, per e per
Usando la Figura 3.9, questo teorema afferma che i due punti D ed E coincidono, e la soluzione per D=E fa parte della separatrice, che contiene anche il punto di equilibrio O e la curva eccezionale dall'altra parte.
Dimostrazione:
Supponiamo che la sella nonlineare sia nell'origine, e che sia della forma
con ed f(x,y),g(x,y) infinitesimi di ordine superiore al primo per . Allora il flusso integrale si potrà esprimere, in un intorno dell'origine, come:
dove è la differenza tra il flusso integrale ed il flusso integrale del linearizzato. Per il teorema di differenziabilità del flusso le parti nonlineari sono piccole, cioè di ordine superiore al primo per .
Questo deriva dal fatto che l'equazione alle variazioni per l'orbita con condizioni iniziali nell'origine coincide con il sistema linearizzato nell'origine, il cui flusso integrale è .
Consideriamo ora una curva che sia il grafico di una funzione . Come si trasforma tale curva per effetto del passaggio del tempo t ? Se la trasformata è , dove , allora componendo con :
Si noti la controvarianza : la funzione h viene cioè trasformata applicando la trasformazione inversa al suo argomento ed al suo valore.
Ora fissiamo t>0, usiamo la notazione
e sostituiamo ; l'equazione funzionale che lega h ed è quindi
Allora l'ipotesi che la funzione h abbia il grafico invariante può essere messa nella forma del punto unito :
A questo punto, per dimostrare l'esistenza e unicità del grafico basta provare che l'operatore è una contrazione di un opportuno spazio funzionale, che è uno spazio metrico completo . Questo si mostra in tre passi:
Per concludere la dimostrazione del teorema occorre mostrare che il grafico y=h(x) è invariante per per ogni s, non solo per il t usato nella dimostrazione. Questo deriva dal fatto che tali curve invarianti esistono, per il teorema di esistenza delle curve eccezionali , e perciò devono coincidere con y=h(x).
La dimostrazione relativa all'altra separatrice, che ha la forma x=k(y), è analoga.
Per una dimostrazione completa si veda [Hartmann 64].
Esempio:
con autovalori della parte lineare . Si veda la Figura 3.10 per avere un'idea della rapidità di convergenza dell'operatore .
Figure 3.10: In 20 iterazioni la curva y=h(x)=0 è stata
trasformata in modo da avvicinarsi molto alla curva invariante, cioè
alla separatrice.
Un teorema analogo afferma l'unicità delle curve eccezionali dei nodi; la dimostrazione è molto simile, ma il Passo 3 è sostituito dalla maggiorazione con una serie di potenze convergente in un intorno di x=0.
Le due soluzioni appartenenti alla separatrice, che hanno il punto di sella come limite per , si allontanano dall'equilibrio al crescere di t ; se consideriamo tali soluzioni sull'intervallo massimo di definizione (nel senso del teorema di continuazione delle soluzioni ), ciascuna di esse ha per immagine una curva in . Tuttavia non è detto che l'immagine di questa curva sia chiusa, cioè che essa sia una sottovarietà di . È proprio il riavvolgersi delle separatrici e il loro intersecarsi in modo complicato uno dei fenomeni alla base della non integrabilità, nel senso discusso nel Capitolo 9. Anche nei casi più semplici, le separatrici si ``avvolgono'' tra loro, e con questo determinano le proprietà qualitative di un sistema dinamico nel piano, come nei due esempi seguenti.
Esempio:
(con m intero), e ciascuna contiene un'orbita che tende ad uno dei punti di equilibrio stabile più vicini, ed una che tende all'infinito. Le separatrici fungono da frontiera dei bacini di attrazione di ciascun punto di equilibrio asintoticamente stabile. Nella Figura 3.11 sono indicati i bacini dei due pozzi e .
Figure 3.11: Le separatrici del pendolo nonlineare con
dissipazione; il bacino indicato con la lettera A è quello del punto
stabile R, quello indicato con B appartiene ad S. Le curve sono state
tracciate usando un integratore numerico, con condizioni
iniziali vicine alle selle, in avanti o in indietro in
modo opportuno.
Figure 3.12: Le separatrici del sistema dissipativo di
dimensione 1 con potenziale . Il bacino indicato
con la lettera A è quello del punto stabile R, quello indicato con B
appartiene ad S. Le due curve sono state tracciate usando
un integratore numerico, scegliendo condizioni iniziali vicine alla
sella, ed integrando in avanti o in indietro.
Esempio:
L'origine è un punto di sella nonlineare; tracciate le separatrici, è facile rendersi conto che i bacini di attrazione dei due punti asintoticamente stabili (corrispondenti ai minimi del potenziale in ed ) si avvolgono l'uno attorno all'altro a spirale, come illustrato in Figura 3.12.
Al contrario, in un intorno abbastanza piccolo del punto di equilibrio, il comportamento qualitativo della sella nonlineare può essere descritto da quello della sella lineare; in questo caso la natura `qualitativa' del risultato si manifesta con una perdita di differenziabilità nella corrispondenza tra i due sistemi, come nel teorema seguente:
Teorema di linearizzazione delle selle : Ogni sella nonlineare ha un intorno U tale che esiste un omeomorfismo k tra U ed un intorno V di una sella lineare, tale che le soluzioni dei due sistemi dinamici si corrispondono tra loro: se è il flusso integrale del sistema nonlineare, e quello del sistema lineare, allora
Dimostrazione omessa.