Sommario Alcuni sistemi dinamici continui hanno degli invarianti, cioè funzioni che si conservano ``lungo'' le soluzioni, al variare del tempo nel flusso integrale. Una funzione che si conserva al passare del tempo è un integrale primo. Altri invarianti sono esprimibili mediante integrali, per esempio l'area. Definizioni analoghe si applicano anche al caso discreto.
Esempio:
che si può tradurre in un sistema dinamico in introducendo una seconda variabile y con :
Le soluzioni sono tutte della forma
con c,d costanti arbitrarie, che corrispondono alla condizione iniziale :
per cui vale anche:
cioè in forma matriciale:
dove la matrice esprime una rotazione di un angolo , cioè in verso orario se .
Questo esempio ha due proprietà speciali:
Definizione:
per ogni soluzione, cioè per ogni condizione iniziale .
Ogni insieme di livello di E è un insieme invariante .
Esempio:
Calcolando la derivata totale, cioè la derivata di E lungo una soluzione (x(t), y(t)) con la formula usuale di derivazione delle funzioni composte:
a questo punto sostituendo i secondi membri delle equazioni differenziali:
per cui il valore di E resta costante lungo ogni soluzione.
Definizione:
Esempio:
Le condizioni per cui questo si verifica sono discusse nel Capitolo 5. La generalizzazione al caso di dimensione >2 viene discussa nel Capitolo 6.
Le definizioni date in questa sezione si possono adattare al caso discreto, senza difficoltà. Occorre però fare attenzione a che le definizioni date nel caso continuo, quando si procede ad una discretizzazione , si traducano nelle definizioni del caso discreto.
Definizione:
per ogni soluzione, cioè per ogni condizione iniziale .
Esempio:
dove g(y) è una funzione arbitraria, ha E=y come integrale primo.
Definizione:
Esempio:
dove A è una matrice quadrata. Consideriamo il caso in , cioè con la matrice A di tipo ; i vettori della base canonica
vengono trasformati in , che coincidono con le colonne di A. L'area del parallelogramma di lati si calcola mediante il modulo del prodotto vettore:
Perciò se il sistema è conservativo.
Si noti che ci sono due casi possibili, qualitativamente molto diversi tra loro: nel primo A è una matrice di rotazione, che quindi ha automaticamente determinante 1, nel secondo: