Sommario Nel piano si possono caratterizzare tutti gli insiemi
-limite ed -limite, che o contengono punti di
equilibrio o sono cicli limite. Questo teorema non vale né su altre
varietà di dimensione 2 né in per , dove la situazione
può essere molto più complicata.
Ci limitiamo in questa sezione a considerare sistemi dinamici in . Sia il campo vettoriale su un aperto che definisce il sistema dinamico, e prendiamo un qualunque punto di che non sia un equilibrio, cioè tale che . Allora per passa una soluzione (con ).
Definizione:
In altre parole, la sezione locale attraversa trasversalmente tutte le soluzioni del sistema dinamico che incontra.
In particolare una sezione locale non può passare per un punto di equilibrio.
Proprietà:
Se è l'immagine di una sezione locale, esiste un intorno di tale che tutte le soluzioni passanti dentro devono necessariamente incontrare anche . Infatti la distanza da (con segno, tenendo conto dell'orientazione) ha derivata diversa da zero su e (per continuità) su un suo intorno, e deve quindi passare dal valore zero.
Una descrizione più precisa del comportamento delle soluzioni in un intorno di una sezione locale può essere ottenuta per mezzo del teorema di continuità del flusso, grazie al quale si può dare a tale intorno una struttura prodotto.
La teoria qualitativa dei sistemi dinamici continui nel piano è resa relativamente facile dal fatto che ci sono forti restrizioni, dovuti alle proprietà topologiche del piano, alla maniera in cui una stessa orbita può incontrare ripetutamente una sezione locale. Supponiamo che sia una sezione locale in , con , e che sia una soluzione tale che ; per qualche sia inoltre un punto che incontra la stessa sezione locale , cioè esista un altro valore del parametro tale che ; supponiamo infine . Consideriamo allora la figura formata dalla curva soluzione per e dalla sezione locale per : si tratta di una curva chiusa , differenziabile a tratti (vedi Figura 3.13).
Si applica quindi il teorema della curva di Jordan, per cui è diviso in due componenti connesse: l'interno , e l'esterno (rispetto alla curva ). Una qualsiasi curva continua non può uscire da senza passare per . In particolare una curva soluzione, come la curva stessa, una volta che si trovi dentro non può uscirne che dal tratto della sezione locale. Però, la sezione essendo trasversale, le soluzioni che passano da questo segmento o entrano tutte o escono tutte da ; se la soluzione entra dentro , non può più uscirne per valori maggiori di ; se esce, non può rientrare. Se ne deduce il lemma della sequenza monotona:
Lemma:
Dimostrazione del lemma:
L'arco di soluzione tra ed , e l'arco di sezione locale tra ed formano una curva chiusa , per cui (come illustrato dalla Figura 3.13) ci sono due soli casi: o la soluzione non può più uscire dall'interno di (Figura 3.13 a sinistra), e allora sta in e quindi `oltre' lungo ; oppure la soluzione non può entrare in , e allora si trova fuori da e quindi `oltre' lungo (Figura 3.13 a destra).
Il lemma precedente, ed il teorema di invarianza degli insiemi limite, consentono di dimostrare il risultato principale della teoria qualitativa dei sistemi dinamici nel piano.
Nel piano gli insiemi -limite ed -limite
non vuoti e compatti, che non contengono
punti di equilibrio, sono orbite periodiche.
Dimostrazione (facoltativa):
L'orbita deve avere una successione di punti con e , per definizione di -limite; ma allora a questa successione se ne può associare (almeno definitivamente, per abbastanza grande) un'altra che appartiene alla sezione locale e che tende a lungo la sezione. Questo deriva dal fatto che la successione , avvicinandosi a , deve anche avvicinarsi alla sezione locale, e quindi entrare nell'intorno di quest'ultima a partire dal quale l'incontro con la sezione è inevitabile. La successione deve essere monotona sulla sezione locale , per il lemma della sequenza monotona, e tendere a .
Prendiamo uno di questi punti sulla sezione locale per : poiché appartiene all'orbita per , è anche un punto dell'-limite di (gli insiemi -limite sono invarianti). Applicando lo stesso ragionamento, anche sull'orbita si trova una successione di punti appartenenti alla sezione locale , e che si avvicinano, al crescere di , in modo monotono ad .
Con da questa costruzione, si può completare la dimostrazione in quattro passi:
Passo 1: L'orbita per incontra la sezione locale nel solo punto . Se così non fosse, una seconda intersezione formerebbe con l'arco di orbita tra e e l'arco di sezione tra e una curva chiusa ; come nella Figura 3.13, si avrebbero due casi. Se sta rispetto ad sulla sezione dalla parte opposta rispetto agli , l'orbita contenente entra nell'interno di e non può più uscirne, mentre l'orbita non può entrarvi. Ma allora vi sono dei punti sull'orbita per che non possono essere punti limite dell'orbita . Se invece sta rispetto ad sulla sezione dalla stessa parte degli , i punti non possono avere come limite.
Passo 2: L'orbita per incontra la stessa sezione locale nel solo punto ; il ragionamento è identico a quello del passo 1.
Passo 3: L'orbita per , contenuta nell'insieme -limite dell'orbita , incontra la sezione locale nel solo punto , mentre l'orbita stessa la incontra nel solo punto . Questo è possibile solo se i due punti coincidono; altrimenti ci sarebbe una distanza minima tra l'orbita e . Perciò è un'orbita periodica, perché non può ripassare arbitrariamente vicino a senza passare dall'intorno della sezione locale a partire dal quale l'incontro con la sezione è inevitabile, e quindi deve ripassare esattamente dallo stesso punto.
Passo 4: L'insieme limite di consiste solo della traiettoria dell'orbita periodica . Per il teorema della curva di Jordan la traiettoria della soluzione deve stare tutta o nell'interno o nell'esterno della curva . Supponiamo che stia all'esterno: allora non può avere punti limite all'interno, perché è chiuso, ed i valori limite di qualsiasi successione di punti di un chiuso devono essere nel chiuso stesso. Perciò l'insieme limite non contiene punti di . Se fosse un punto di , esiste un intorno di che non contiene . L'orbita ha infiniti punti contenuti in che tendono ad un punto di , in particolare ve ne sono che stanno su di una sezione locale passante per . Per il lemma della sequenza monotona, si costruisce come in Figura 3.13 un insieme positivamente invariante che contiene ma sta in , quindi non contiene . Si ripete la stessa costruzione del passo 1, e si mostra che l'orbita non può ripassare vicino a . Se invece sta all'interno, vale lo stesso ragionamento scambiando il ruolo di ed .
Sia una curva chiusa che corrisponde ad una traiettoria di un sistema dinamico in , tale che l'insieme di definizione del sistema dinamico contiene l'intera regione che sta all'interno di . Allora all'interno di esiste o almeno un punto di equilibrio o almeno un'altra orbita periodica (distinta da ).
Dimostrazione:
Poiché per ipotesi , le soluzioni con condizioni iniziali in non possono uscire da , altrimenti dovrebbero attraversare e questo contraddirebbe l'unicità della soluzione per il punto di incrocio. D'altro canto è chiuso e limitato, quindi compatto, e le soluzioni contenute in sono definite per ogni in , per il teorema di continuazione delle soluzioni. Perciò esse hanno insieme -limite (anche -limite) non vuoto. L'insieme -limite, oppure quello -limite, potrebbe essere (come in Figura 3.12); però non può essere contemporaneamente sia -limite che -limite, senza contraddire il Lemma della sequenza monotona. Quindi, per il teorema di Poincaré-Bendixon, dentro deve esserci o un punto di equilibrio o un ciclo limite.
Se però dentro esistesse un ciclo limite , questo racchiuderebbe un insieme invariante , a cui si può applicare lo stesso ragionamento. A partire da questo argomento si potrebbe dimostrare che contiene in ogni caso un punto di equilibrio; per la dimostrazione si veda [Hirsch-Smale 74].
Problema Sia dato un sistema dinamico sulla corona circolare , con il campo vettoriale che non si annulla dentro e e sul bordo di punta ``dentro'' di . Allora c'è almeno un'orbita periodica. (Soluzione)
Esercizio
Sia l'insieme nel piano dei punti tali che
Il teorema di Poincaré-Bendixon non vale in dimensione . Anche in dimensione 2, ma su superfici diverse dal piano, possono esistere insiemi limite che non contengono equilibri ma sono molto diversi da orbite periodiche.
Esempio:
Come esempio di sistema dinamico continuo su prendiamo un sistema dinamico costante su , cioè e passiamolo al quoziente; si ottiene un sistema dinamico sul toro, il cui flusso integrale va sotto il nome di flusso di Kronecker. Se il rapporto è irrazionale, allora l'insieme -limite di ogni orbita è tutto il toro; lo stesso per l'-limite. Se invece , tutte le orbite sono periodiche e quindi ciascuna coincide con i propri insieme limite.
Andrea Milani 2009-06-01