Sommario Il calcolo dell'esponenziale di matrice può essere
eseguito in un diverso sistema di riferimento. Se il nuovo
riferimento è costruito mediante gli autovettori della matrice
data, il calcolo è più semplice; per una matrice
diagonalizzabile (in campo reale) ci si riduce a calcolare
l'esponenziale di una matrice diagonale.
Supponiamo di sottoporre il sistema dinamico lineare
ad un cambiamento di coordinate lineare:
Si suppone che la matrice sia invertibile, .
Allora l'equazione differenziale si trasforma in questo modo:
cioè è ancora un sistema dinamico lineare, la cui matrice
è ottenuta per coniugio da . Perciò la
soluzione del sistema trasformato in funzione della
condizione iniziale sarà espressa mediante
l'esponenziale di matrice:
la relazione tra le soluzioni delle due equazioni per e per
è data da:
Per convincersi che la soluzione è la stessa, basta considerare che
Si noti che le matrici che esprimono i flussi integrali sono pure coniugate, ed il coniugio è eseguito con la stessa matrice del cambiamento di coordinate.
Si può quindi sempre studiare il sistema dinamico lineare in un qualunque sistema di riferimento; la matrice si trasforma come la matrice di una trasformazione dello spazio ambiente in sé, cioè per coniugio con la matrice che esprime il cambiamento di coordinate. Perciò ha senso cercare un sistema di coordinate in cui la trasformazione definita da abbia una forma semplice, risolvere il sistema dinamico lineare in quel sistema di coordinate, e poi ritornare al sistema originale usando la trasformazione inversa.
Esercizio
Trovare il cambiamento di coordinate lineare che cambia
Poiché le proprietà geometriche (a meno di trasformazioni lineari di coordinate) dei sistemi dinamici lineari dipendono solo dalla classe di equivalenza della matrice a meno di coniugio, è logico cercare di utilizzare le quantità che sono invarianti per coniugio, come gli autovalori; si utilizzeranno quindi le nozioni di base della sezione A.1.
Definizione:
In questo caso la matrice è equivalente per coniugio ad una
matrice diagonale:
Se gli autovalori sono tutti reali e distinti allora la matrice è diagonalizzabile: gli autovettori di autovalori diversi sono linearmente indipendenti, e quindi costituiscono una base.
Se la matrice è diagonalizzabile, allora tutte le orbite del sistema dinamico lineare si possono esprimere mediante combinazioni lineari di funzioni esponenziali , dove i coefficienti del tempo negli esponenti sono gli autovalori della matrice . Dimostrazione:
In dimensione dato il sistema dinamico:
Il numero di soluzioni reali e distinte dell'equazione
caratteristica dipende in questo caso solo dal segno del
discriminante dell'equazione di secondo grado:
Esercizio
Nel caso non si può decidere se la matrice è
diagonalizzabile soltanto dal valore di ; nei due casi
seguenti:
Nel caso decidere se una matrice è diagonalizzabile, e diagonalizzarla esplicitamente, può essere tutt'altro che semplice. Per il teorema fondamentale dell'algebra ogni matrice ha autovalori, reali o complessi, contati con la loro molteplicità algebrica. Però se non esiste alcun algoritmo esplicito per risolvere l'equazione caratteristica. Le matrici simmetriche sono sempre diagonalizzabili (vedi Sezione A.1).
Consideriamo il caso di dimensione ed una matrice con
autovalori reali distinti: esistono due autovettori
tali che:
Il comportamento qualitativo delle orbite si può studiare nel
sistema in forma canonica, a cui ci si può ricondurre a
meno di trasformazioni lineari:
La traiettoria, cioè la curva descritta in dalle
soluzioni (senza la legge oraria, cioè senza la
parametrizzazione in funzione di ), si può ricavare (limitandosi
al primo quadrante, le traiettorie relative agli altri tre quadranti
si ottengono per simmetria) elevando la soluzione per alla
potenza , e quella per alla potenza , e facendo il
quoziente (per ):
Il comportamento qualitativo dipende solo dal segno di e :
Esercizio
Determinare le orbite del sistema dinamico
Andrea Milani 2009-06-01